Per chi ancora non ha visto questa chicca del cinema apocalittico e, fuorviato dal titolo altisonante e dalla presenza del buon Denzel, pensa di gustarsi un thrillerone impegnato a base di colpi di scena e scene di azione ben dosate, ha sbagliato di grosso.
Qua siamo di fronte ad un manga giapponese travestito da produzione americana e l'unico colpo di scena è quello del finale, ma più che altro sarà un colpo metaforico ai vostri gioielli di famiglia e servirà solo ad aumentare fino al culmine della vostra sopportazione quel senso di vuoto e nonsense che la fanno da padroni per tutto il film.
In questa prima parte dell'articolo non ci sarà alcuno spoiler, per cui potrete leggere serenamente fino al momento in cui proseguirò solo con chi ha già visto questo scempio cinematografico.
Come ogni buon lungometraggio apocalittico, anche qui sono morti quasi tutti. Siamo nel 2043 e c'è stata una guerra nucleare, di quelle che tendono a brasare la razza umana, ma come al solito se ne salva sempre qualcuno e la giostra ricomincia, suo malgrado. Anche qui la giostra ha ricominciato e nel peggiore dei modi. Il mondo è uno scatafascio di violenza e desolazione, con aree ancora contaminate e aree leggermente urbanizzate dove uomini, tornati ad un livello di esistenza quasi primitivo, vivono alla giornata barattando quello che hanno ed arrabattandosi come possono. L'ambientazione è quella, per intenderci, di Mad Max o Ken il Guerriero e con quest'ultimo ci sono altre analogie oltre a questa citata.
La storia è ambientata negli Stati Uniti e il protagonista è in viaggio verso ovest per una missione di stampo religioso, che si delineerà con precisione via via che la trama si dipanerà davanti ai vostri occhi. Tutto tranquillo, se non fosse che questo tizio chiamato Eli (Denzel Washington) è un incrocio genetico tra Bruce Lee, Ken il Guerriero, Capitan America, l'Ultimo Samurai, un po' di Hulk, un pizzico di Rambo e direi anche qualcosina di Clint "Faccia di cuoio" Eastwood (per via della mira con la pistola).
Vi sembrerà quasi di toccare con mano il sadismo del regista nel ficcarlo nelle situazioni più disperate e senza via di uscita, per poi vederlo uscirne fuori come un'anguilla dalle mani pacioccose di un bimbominkia, facendo letteralmente a pezzi con il suo machete orde intere di nemici assetati di sangue.
In mezzo a questi spezzoni manga, troviamo un filmetto che scimmiotta gli scenari di Mad Max senza mai crederci troppo. Persino Gary Oldman, attore che rispetto moltissimo, ha un che di eccessivamente caricaturale e stonato: lo definirei un cattivo da fumetto mal disegnato. Dopo aver sopportato tutto questo arriverà il finale che, come un autobus sulla vostra fronte, disintegrerà gli ultimi rimasugli di coerenza rimasti, riversandovi addosso un senso di delusione fin troppo consistente per essere soltanto un film.
Da questo momento in avanti, se non lo avete ancora visto, andate direttamente alla "conclusione" dell'articolo.
[spoiler]
Ma dico io... ma come è possibile conciliare un finale del genere con una storia come quella? Ho letto in rete diverse opinioni e addirittura c'è chi afferma che la scena finale non vuole sottolineare il fatto che il protagonista sia cieco. Assolutamente falso. Chiaramente nella storia il protagonista è cieco, fin dall'inizio del film. Lo dimostra la bibbia in braille, che si porta dietro fin dai titoli di testa e l'inquadratura finale sui suoi occhi... occhi che non vedono (e cuore che non duole). Ma quindi? Ci sono una montagna di scene precedenti che indicano il contrario. La scena di caccia con il gatto, i colpi super precisi con il machete, le frecce sparate con una precisione alla Robin Hood nella gola e nel basso ventre di due cattivoni di turno, i colpi di pistola "one shot, one kill", tipo cecchino russo, durante la sparatoria nel villaggetto apocalittico... insomma, la sagra della minkiata, persino per un vedente. L'unica speranza resta la spiegazione religiosa, per cui la protezione divina avrebbe infuso ad Eli capacità di combattimento senza eguali, ma non è che questo salvi il film dalla gogna e dal pubblico ludibrio, anzi...
[fine spoiler]
In conclusione:
Volete vedere teste che saltano? Se vi accontentate del fatto che a farle saltare c'è Denzel Washington e non Ken il Guerriero, allora è il film che fa per voi.
Se invece cercate un film apocalittico con una trama coerente, un po' elaborata, con momenti di suspense alternati a bei momenti di azione, guardatevi The Road, 2009, John Hillcoat, con Viggo Mortensen e tanti saluti.
Qua siamo di fronte ad un manga giapponese travestito da produzione americana e l'unico colpo di scena è quello del finale, ma più che altro sarà un colpo metaforico ai vostri gioielli di famiglia e servirà solo ad aumentare fino al culmine della vostra sopportazione quel senso di vuoto e nonsense che la fanno da padroni per tutto il film.
In questa prima parte dell'articolo non ci sarà alcuno spoiler, per cui potrete leggere serenamente fino al momento in cui proseguirò solo con chi ha già visto questo scempio cinematografico.
Come ogni buon lungometraggio apocalittico, anche qui sono morti quasi tutti. Siamo nel 2043 e c'è stata una guerra nucleare, di quelle che tendono a brasare la razza umana, ma come al solito se ne salva sempre qualcuno e la giostra ricomincia, suo malgrado. Anche qui la giostra ha ricominciato e nel peggiore dei modi. Il mondo è uno scatafascio di violenza e desolazione, con aree ancora contaminate e aree leggermente urbanizzate dove uomini, tornati ad un livello di esistenza quasi primitivo, vivono alla giornata barattando quello che hanno ed arrabattandosi come possono. L'ambientazione è quella, per intenderci, di Mad Max o Ken il Guerriero e con quest'ultimo ci sono altre analogie oltre a questa citata.
La storia è ambientata negli Stati Uniti e il protagonista è in viaggio verso ovest per una missione di stampo religioso, che si delineerà con precisione via via che la trama si dipanerà davanti ai vostri occhi. Tutto tranquillo, se non fosse che questo tizio chiamato Eli (Denzel Washington) è un incrocio genetico tra Bruce Lee, Ken il Guerriero, Capitan America, l'Ultimo Samurai, un po' di Hulk, un pizzico di Rambo e direi anche qualcosina di Clint "Faccia di cuoio" Eastwood (per via della mira con la pistola).
Vi sembrerà quasi di toccare con mano il sadismo del regista nel ficcarlo nelle situazioni più disperate e senza via di uscita, per poi vederlo uscirne fuori come un'anguilla dalle mani pacioccose di un bimbominkia, facendo letteralmente a pezzi con il suo machete orde intere di nemici assetati di sangue.
Con quel machete manderà all'altro mondo quei pochi disgraziati sopravvissuti all'olocausto atomico. |
In mezzo a questi spezzoni manga, troviamo un filmetto che scimmiotta gli scenari di Mad Max senza mai crederci troppo. Persino Gary Oldman, attore che rispetto moltissimo, ha un che di eccessivamente caricaturale e stonato: lo definirei un cattivo da fumetto mal disegnato. Dopo aver sopportato tutto questo arriverà il finale che, come un autobus sulla vostra fronte, disintegrerà gli ultimi rimasugli di coerenza rimasti, riversandovi addosso un senso di delusione fin troppo consistente per essere soltanto un film.
Da questo momento in avanti, se non lo avete ancora visto, andate direttamente alla "conclusione" dell'articolo.
Gary Oldman nella parte del super cattivo: Carnegie. |
[spoiler]
Ma dico io... ma come è possibile conciliare un finale del genere con una storia come quella? Ho letto in rete diverse opinioni e addirittura c'è chi afferma che la scena finale non vuole sottolineare il fatto che il protagonista sia cieco. Assolutamente falso. Chiaramente nella storia il protagonista è cieco, fin dall'inizio del film. Lo dimostra la bibbia in braille, che si porta dietro fin dai titoli di testa e l'inquadratura finale sui suoi occhi... occhi che non vedono (e cuore che non duole). Ma quindi? Ci sono una montagna di scene precedenti che indicano il contrario. La scena di caccia con il gatto, i colpi super precisi con il machete, le frecce sparate con una precisione alla Robin Hood nella gola e nel basso ventre di due cattivoni di turno, i colpi di pistola "one shot, one kill", tipo cecchino russo, durante la sparatoria nel villaggetto apocalittico... insomma, la sagra della minkiata, persino per un vedente. L'unica speranza resta la spiegazione religiosa, per cui la protezione divina avrebbe infuso ad Eli capacità di combattimento senza eguali, ma non è che questo salvi il film dalla gogna e dal pubblico ludibrio, anzi...
[fine spoiler]
La coprotagonista femmile, Mila Kunis. Bravina, non c'è che dire... :-) |
In conclusione:
Volete vedere teste che saltano? Se vi accontentate del fatto che a farle saltare c'è Denzel Washington e non Ken il Guerriero, allora è il film che fa per voi.
Se invece cercate un film apocalittico con una trama coerente, un po' elaborata, con momenti di suspense alternati a bei momenti di azione, guardatevi The Road, 2009, John Hillcoat, con Viggo Mortensen e tanti saluti.
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Voto WhatsGeek Movies: 4/10