"Il ciccio”, era l'appellativo che noi della ghenga del Commodore 64 davamo all'opponent player di uno dei picchiaduro platform più ignoranti della storia.
All'epoca, era il 1984, Datasoft rilasciò "Bruce Lee" per Atari 8-bit e Commodore 64 e successivamente per altre piattaforme tra cui lo Zx Spectrum, che a dispetto dell'usuale, ignobile monocromia, in quella occasione sfoggiava schermate oltremodo colorate.
La versione Zx Spectrum di Bruce Lee: rispetto allo standard cromatico di quel macinino, era un tripudio di colori |
Capitava spesso di giocarci in gruppo, perché era in compagnia di amici che questo mostro sacro della violenza gratuita e ilare dava il meglio di sé.
U.S. Gold a quei tempi era uno dei publisher più rispettabili in circolazione e sulla cassettina c'era un bel disegno che comprendeva un primo piano del famoso campione di arti marziali, con il suo classico sguardo che anticipava lo sfondamento di qualche cassa toracica: quello che ci voleva per attirare frotte di bimbiminkia anni '80 che con le loro manine unte e pacioccose, cercavano di accaparrarsi una copia del gioco.
Quello sgorbio nero potrebbe essere uno scimpanzé e in effetti il comportamento è proprio quello, ma vi sbagliate: è il terribile ninja nero vestito. |
Il main theme della colonna sonora, scritto da John A. Fitzpatrick, pur non brillando per la sua bellezza, era sufficientemente ipnotico da saldarsi ai neuroni e consolidare l'attaccamento audiovisivo al gioco e tutt'oggi è un tune 8-bit che riascolto volentieri, proprio per la catarsi che è capace di scatenare.
Il gameplay consiste in venti schermate fatte di scale e piattaforme, con alcuni cambi di scenario e in ciascuna schermata diverse lanterne cinesi sospese che vanno prese saltandoci addosso.
Nell'ultima schermata troverete un gigantesco mago, che oltre a non c'entrare una beata fava con Bruce Lee e le arti marziali, ha anche la velleità di ricercare l'elisir di lunga vita, ma chiaramente al nostro campione questa intromissione del genere fantasy nella sua vita deve avergli fatto girare le palle, per cui, sotto consiglio di Chuck Norris, decide di andare a frantumargli tutte le ossa, solo per il gusto di sentire che rumore fanno.
A complicare la situazione troviamo due personaggi: uno pilotato ad aeternum dal computer, mentre l'altro pilotabile da un secondo giocatore, "il ciccionazzo" di cui sopra, appunto, o Yamo secondo il manuale del gioco.
Yamo guarda il panorama, mentre noi ci accingiamo ad effettuare una sequenza di calci volanti negli incisivi contro il povero Omino Nero (TM) |
Il primo è un ninja nero vestito, da noi soprannominato ai tempi "l'Omino Nero", con un bel bastone e l'intelligenza di un capretto sotto allucinogeni, mentre Yamo è un ciccio lottatore di Sumo di colore verde, che ha in dotazione le stesse mosse del nostro protagonista, ovvero il pugno, da fermo, ed il calcio volante, in corsa.
Ci sono tre "ambientazioni" durante il gioco |
Presi singolarmente questi due avversari sono innocui: infatti basta trovare la giusta tempistica correndo loro incontro per elargire una sequenza d'antologia di calci volanti dritti sugli incisivi fino all'esaurimento della loro vita, che si traduce in un lampeggiamento a scomparsa, come il migliore Mago Casanova insegna.
Possono però, a volte, essere fastidiosi in coppia e, in rari casi, inanellare una serie di pugni-calci-bastonate contro di noi senza darci la possibilità di reagire e costringendoci a schiattare ricominciando ad inizio schermata e perdendo una delle preziose tre vite.
Mine antiuomo che esplodono al passaggio e trappole elettriche sul pavimento. La simpatica posa da rigor mortis è indice che Bruce Lee c'è rimasto secco, ma niente paura, ha nove vite come i gatti... |
Ricordo però che il massimo della giocabilità e del divertimento si aveva quando un secondo giocatore prendeva il controllo di Yamo. A quel punto poteva diventare un pericoloso avversario, ma anche un prezioso collaboratore in quanto il nostro verde lottatore di Sumo poteva pestare a piacimento anche "l'Omino Nero". Inutile dire che si finiva spesso ad incastrare il povero ninja della mutua in un cerchio di agonia di pugni e calci sferrati da Bruce Lee e da Yamo di concerto... un'apoteosi.
Yamo sta per sferrare un terrificante calcio volante al Nostro... |
Il nostro campione inoltre ha a disposizione una mossa difensiva senza pari: sdraiandosi, nessuno è in grado di colpirlo, nè a mani nude, nè a bastonate, cosa che tornerebbe utile anche nella vita, se non fosse una gigantesca minchiata, ma così hanno pensato gli sviluppatori.
Per il resto, la parte platform è un piacevole contorno di piattaforme facilmente raggiungibili e qualche elemento di difficoltà aggiuntiva rappresentato da scosse elettriche in movimento, sul pavimento o come barriere.
Giunti alla schermata finale, affrontare il gigantesco mago sarà un proforma, in quanto basterà corrergli incontro, evitando le sfere di energia che è solito lanciare ad intermittenza, e una volta raggiuntolo, il gioco terminerà.
Per il resto, la parte platform è un piacevole contorno di piattaforme facilmente raggiungibili e qualche elemento di difficoltà aggiuntiva rappresentato da scosse elettriche in movimento, sul pavimento o come barriere.
Un purista del retrogaming mi metterebbe alla forca: Bruce Lee per Commodore 64 su una Psp. |
Giunti alla schermata finale, affrontare il gigantesco mago sarà un proforma, in quanto basterà corrergli incontro, evitando le sfere di energia che è solito lanciare ad intermittenza, e una volta raggiuntolo, il gioco terminerà.
Punti a favore:
- Un gioco su Bruce Lee! Va giocato a priori...
- Il platform è piacevole, le mazzate al ninja anche, Yamo è un simpatico ciccione. Tutti questi ingredienti si fondono in un'amalgama che ha un non so che di perfetto.
Punti contro:
- Un "pelino" troppo facile da finire.