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giovedì 22 agosto 2024

The project has moved to THE QUESTVERSE CHRONICLES


The project has moved to https://thequestversechronicles.blogspot.com/ and is now entirely in English.

There will be new articles and reviews about the games that made history, as well as those that didn’t! 

sabato 20 febbraio 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot


Ho avuto la fortuna di trovarmi alla prima di questo superhero movie ambientato a Tor Bella Monaca, frazione di Roma Capitale.
Erano presenti il regista, Gabriele Mainetti e l'attore protagonista Claudio Santamaria, intervistati nel pre e post proiezione.
La diffidenza iniziale era più che lecita. Difficile immaginarsi qualcosa che, nato dai fumetti ambientati in grandi città americane, veniva sceneggiato per le strade della periferia romana, ovviamente in romanesco.
Il risultato invece, oltre ad essere una novità assoluta nello scenario del cinema italiano, è veramente ottimo e lo spettatore esce dalla sala consapevole di aver assistito a qualcosa di nuovo e fuori dai soliti schemi.
Il supereroe del film non rientra di certo nei canoni classici: Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un piccolo malavitoso della periferia di Roma che incidentalmente acquista una super forza degna di Hulk... Vabbè... Hulk gli farebbe un mazzo tanto, diciamo però bello potente. Chiaramente anche la reazione a questi super poteri è all'italiana e infatti Enzo appena scoperte le sue nuove facoltà comincia a super-delinquere. Non svelerò altro, se non che lungo il corso del film scoprirà la sua buona natura, percepibile in realtà fin da subito, ma nascosta dietro una barriera protettiva creata a difesa dell'ambiente degradato nel quale è costretto a vivere.


Claudio Santamaria interpreta il protagonista, Enzo Ceccotti,
un buono di quelli "oscuri", un Batman alla romana.

In parallelo allo sviluppo di Enzo, abbiamo il super cattivo alla romana, lo Zingaro, interpretato da uno strepitoso Luca Marinelli, che, insieme al protagonista, dà vita ad una diade che è la colonna portante di tutto questo bell'esperimento cinematografico.
Nell'evolversi, lo Zingaro, somiglierà sempre di più al Joker del Batman e sarà impossibile non pensare ad un parallelo nel corso del film. Un parallelo alla romana, chiaramente, ma altrettanto bello, se non di più, per certi versi.
Un dubbio espresso da Mainetti durante l'intervista alla prima era che il film non fosse troppo "romanocentrico", ma nelle sue speranze c'era la volontà di aver creato qualcosa di più "internazionale". Personalmente credo che non abbia raggiunto totalmente questo scopo, ma allo stesso tempo penso che questa caratterizzata localizzazione della produzione sia forse uno dei suoi punti di forza.
Il film è stato venduto anche al mercato americano. Se fossi un americano, pretenderei di vederlo in lingua, sottotitolato, come spesso accade qui da noi per i film di Tarantino, dove la parlata e l'accento sono uno dei punti di forza del prodotto.
Altra analogia fatta dal regista e con cui concordo appieno è la similitudine di questo film con il grande successo francese, Leon, ma questo potrete vederlo da voi stessi, quando e se lo guarderete.
Ultima, ma non meno brava, la protagonista femminile, Ilenia Pastorelli, il cui contributo è quello di essere la principale attrice di alcune scene di spessore, tipiche delle pellicole europee, e spesso assenti oltreoceano, soprattutto in un film di supereroi.


Il super cattivo è in evoluzione: diventerà la perfetta nemesi di Enzo.
Ironico, psicotico, crudele e in definitiva matto come un cavallo,
impossibile non pensare al Joker.

In Conclusione:

Certamente ho una predilezione per produzioni come queste, dove il cervello e l'arte si sostituiscono egregiamente a budget milionari e danno vita a prodotti che non temono il confronto con i loro avversari di botteghino più ricchi, ma credo che questo film sia oggettivamente un bel film, da vedere anche se non vi appassiona il genere, perché a parte la questione dei super eroi, ha tanto da dare anche su altri versanti, a differenza di molti superhero movies.
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Voto WhatsGeek Movies: 8/10

mercoledì 3 febbraio 2016

Netflix, che passione?


La pay tv è sempre più "pay" e sempre meno "tv"? Siete stanchi di decoder e altri ammennicoli sul vostro bellissimo arredo del salotto? Fare i pirati con il p2p ha perso il suo fascino? Avete la necessità di un modo più à la page di guardare film e serie tv?
Qui troverete la risposta a tutti questi quesiti.
Netflix è una società che dal 2008 fornisce un servizio di streaming online on demand, che in sostanza è la nuova frontiera per la fruizione di film, serie tv, documentari o qualsiasi cosa siate abituati a guardare con il vostro televisore, ma anche con il vostro tablet, cellulare, citofono, o quello che vi pare.
Il principale vantaggio di un tale servizio è che potete usufruire delle meraviglie della pay tv on demand a costi decisamente inferiori di quelle tradizionali a cui siamo abituati.
La versione base di Netflix infatti costa soltanto 7,99 euro mensili e vi dà la possibilità di usufruire della piattaforma su uno schermo per volta, di uno qualsiasi dei dispositivi sopra elencati, in qualità SD. 
Se avete, come molti in Italia, una linea internet che fa pietà, potete avere da questa versione basic un'ottima qualità SD con soli 3 megabit al secondo di velocità dell'ADSL.
Netflix possiede infatti uno dei migliori algoritmi adattivi in circolazione: la qualità dell'immagine si adatterà in tempo reale sulla base della vostra situazione di rete. Se state guardando un film nelle ore serali, come spesso accade, che è anche l'ora di punta del traffico di rete e la vostra ADSL arranca, la qualità video calerà leggermente in favore della fluidità della visione, che non subisce mai, salvo blocchi totali, dei rallentamenti.
Comunque ho testato il servizio su una rete pietosa, nell'ora più infernale di massimo traffico, ed ho fruito di una visione in SD completa, senza il minimo problema.
Il vantaggio è che per accedere a Netflix non occorre nient'altro che la vostra connessione di rete: niente più decoder, schedine o altri raccoglipolvere. 
Ok, ho l'hardware per far funzionare Netflix e ho anche i soldi per pagarlo, ma qual è la qualità del catalogo film, serie tv e documentari?
Ci sono dei grandi assenti che sono esclusive di altri operatori del settore, ma non troppi. "The Walking Dead", però, da eoni esclusiva Sky, sbarca su Netflix proprio il 14 di questo mese. Se invece vi piace "Masterchef" andatevelo a vedere su Sky.
Di contro, ci sono diverse esclusive e produzioni Netflix di grande qualità, come la serie televisiva di Dare Devil, Sense8, dei Wachowski, Sherlock, interpretato dal sempre più bravo Benedict Crumberbatch, il bellissimo The Returned e tanti altri.
Anche il reparto film e documentari è ben fornito, ma vi rimando al mese di prova per testare da voi quanto dico: basterà che vi connettiate al sito ufficiale di Netflix ed attiviate il vostro account, dando il numero di carta di credito. Nessun addebito vi sarà fatto per l'intero mese e se non siete soddisfatti potete disdire prima del rinnovo.
Oltre alla versione basic, potete sottoscrivere la standard, in qualità HD, a 8,99 euro al mese, ma per quella avrete bisogno di una rete che vada almeno a 5 megabit al secondo. Lo so che qualunque scimmia considererebbe una tale velocità un insulto al libero circolare dei bit, ma essendo in Italia, la patria dei geronti e delle baronie, si paga a caro prezzo anche un piccione viaggiatore.
Infine la premium, visione in qualità 4K fino a quattro schermi: ma qui occorre una velocità di circa 25 megabit al secondo, che per alcune aree del nostro paese è come parlare di trasmissione quantistica. Chiaramente, i fortunati possessori di fibra ottica non hanno nulla da temere su quanto detto. La premium ha il costo di 11,99 euro al mese e se vi sembrano tanti sappiate che, avendo quattro schermi contemporanei, potete acquistarla con quattro vostri amici, dividere i 12 euro per quattro e vedere Netflix ognuno a casa sua, ma sappiate che questo si chiama "account sharing" e che non è proprio legale, anche se la società non ha alcun modo di contrastare il fenomeno e, soprattutto, io non vi ho detto niente e in tribunale negherò tutto.


In conclusione:

Un servizio di streaming on demand veramente valido e ben fornito, con un algoritmo adattivo ottimo che vi permetterà di gustarvi i vostri film anche in condizioni di rete precarie.


domenica 24 gennaio 2016

La Leggenda dei Drenai


Recensione lampo e priva di spoiler per uno dei libri fantasy migliori di sempre.
Chiaramente sempre esisterà chi non è d'accordo, ma se dovesse capitare lo invito a non curarsi di quanto scritto e di tornare pure a leggere quella montagna di mattoni di George Martin, chiamati le "Cronache del Ghiaccio e del Fuoco". 
Il romanzo ricade nel filone denominato "heroic fantasy", un sottoinsieme del genere fantasy specializzato nel porre in primo piano grandi figure eroiche ed epiche gesta ed in questo romanzo ce ne sono a vagonate.
La storia narra della difesa disperata di un'importante rocca, avamposto chiave di un impero che pare in decadenza, quello dei Drenai appunto, e che viene brutalmente attaccato da un immenso esercito del nascente impero Nadir, in piena espansione.
Il romanzo è parte di una saga, ma può essere letto tranquillamente come libro singolo e con grande soddisfazione. Il primo impatto è subito positivo, grazie ad un personaggio principale di grande carisma ed a dialoghi ed ambientazioni realistici capaci di creare un perfetto "film" nella vostra immaginazione.
Nel mondo Drenai di David Gemmell non esistono razze diverse da quelle degli uomini e la magia, per quanto presente, è più psichica e meno "magica": niente fulmini dalle mani alla Terry Brooks, o stravaganti incantesimi, ma letture della mente, chiaroveggenza, viaggi fuori dal corpo, e cose di questo genere, a parte un'eccezione in cui viene rianimato un cadavere (un "rianima cadavere" alla Skyrim, per chi conosce il videogame).
E qui arriva il meglio del romanzo: a difesa della rocca e del protagonista, che è un certo Regnak, detto Rek, giungono in aiuto i Trenta, o Templari Bianchi, un gruppo di trenta preti guerrieri, dotati di quella magia prima descritta e di un carisma inarrivabile e raramente ritrovato a questi livelli in altri libri fantasy. Il loro capo è un uomo anziano chiamato Vintar, l'Abate delle Spade ed il suo delfino, "la voce dei Trenta", Serbitar, un albino ventiseienne che vi relagherà diverse scene epiche. Con il prosieguo della storia, entra in scena un altro grandissimo personaggio: Druss la Leggenda, il Capitano dell'Ascia, un uomo che in gioventù, praticamente da solo, aveva cambiato le sorti della gloriosa battaglia sul Passo di Skeln, divenendo una leggenda vivente. Ora è un uomo di mezza età, ma ancora imbattibile e capace con la sua sola presenza di dare forza all'intero esercito Drenai.
Ci sono altri personaggi che riempiranno queste pagine di meraviglia, ma elencarli tutti senza aver letto il libro non avrebbe alcun senso, per cui vi rimando alla lettura per avere un'esperienza diretta di quanto detto.
Anche se in Gemmell la distinzione tra bene e male è sfumata, nel senso che non è così chiaro chi sia l'uno e chi l'altro, come accade invece nei canoni classici del fantasy, abbiamo nell'esercito attaccante personaggi più "oscuri", ma altrettanto carismatici, come l'Imperatore Nadir, Ulric ed il suo stregone Nosta Khan, che con i suoi accoliti è la perfetta nemesi dei Trenta.

In conclusione:

Qualcuno ha detto: "se non avete mai letto Terry Brooks, non avete mai letto fantasy", io vi dico: "
se non avete mai letto Gemmell, non avete mai letto fantasy".
Per certi versi, Gemmell è palesemente superiore a Brooks, principalmente per il modo di narrare ed ambientare gli eventi. Si legge una maturità narrativa che, si... somiglia a quella di George Martin, ma non ha nulla a che vedere con la sua logorrea, nè con le sue storie.
I personaggi di questo libro ve li porterete dentro per diverso tempo, perchè anche se in veste fantasy, sono un meraviglioso specchio delle molteplici sfaccettature dell'animo umano.


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Voto WhatsGeek Books: 10/10