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sabato 20 febbraio 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot


Ho avuto la fortuna di trovarmi alla prima di questo superhero movie ambientato a Tor Bella Monaca, frazione di Roma Capitale.
Erano presenti il regista, Gabriele Mainetti e l'attore protagonista Claudio Santamaria, intervistati nel pre e post proiezione.
La diffidenza iniziale era più che lecita. Difficile immaginarsi qualcosa che, nato dai fumetti ambientati in grandi città americane, veniva sceneggiato per le strade della periferia romana, ovviamente in romanesco.
Il risultato invece, oltre ad essere una novità assoluta nello scenario del cinema italiano, è veramente ottimo e lo spettatore esce dalla sala consapevole di aver assistito a qualcosa di nuovo e fuori dai soliti schemi.
Il supereroe del film non rientra di certo nei canoni classici: Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria) è un piccolo malavitoso della periferia di Roma che incidentalmente acquista una super forza degna di Hulk... Vabbè... Hulk gli farebbe un mazzo tanto, diciamo però bello potente. Chiaramente anche la reazione a questi super poteri è all'italiana e infatti Enzo appena scoperte le sue nuove facoltà comincia a super-delinquere. Non svelerò altro, se non che lungo il corso del film scoprirà la sua buona natura, percepibile in realtà fin da subito, ma nascosta dietro una barriera protettiva creata a difesa dell'ambiente degradato nel quale è costretto a vivere.


Claudio Santamaria interpreta il protagonista, Enzo Ceccotti,
un buono di quelli "oscuri", un Batman alla romana.

In parallelo allo sviluppo di Enzo, abbiamo il super cattivo alla romana, lo Zingaro, interpretato da uno strepitoso Luca Marinelli, che, insieme al protagonista, dà vita ad una diade che è la colonna portante di tutto questo bell'esperimento cinematografico.
Nell'evolversi, lo Zingaro, somiglierà sempre di più al Joker del Batman e sarà impossibile non pensare ad un parallelo nel corso del film. Un parallelo alla romana, chiaramente, ma altrettanto bello, se non di più, per certi versi.
Un dubbio espresso da Mainetti durante l'intervista alla prima era che il film non fosse troppo "romanocentrico", ma nelle sue speranze c'era la volontà di aver creato qualcosa di più "internazionale". Personalmente credo che non abbia raggiunto totalmente questo scopo, ma allo stesso tempo penso che questa caratterizzata localizzazione della produzione sia forse uno dei suoi punti di forza.
Il film è stato venduto anche al mercato americano. Se fossi un americano, pretenderei di vederlo in lingua, sottotitolato, come spesso accade qui da noi per i film di Tarantino, dove la parlata e l'accento sono uno dei punti di forza del prodotto.
Altra analogia fatta dal regista e con cui concordo appieno è la similitudine di questo film con il grande successo francese, Leon, ma questo potrete vederlo da voi stessi, quando e se lo guarderete.
Ultima, ma non meno brava, la protagonista femminile, Ilenia Pastorelli, il cui contributo è quello di essere la principale attrice di alcune scene di spessore, tipiche delle pellicole europee, e spesso assenti oltreoceano, soprattutto in un film di supereroi.


Il super cattivo è in evoluzione: diventerà la perfetta nemesi di Enzo.
Ironico, psicotico, crudele e in definitiva matto come un cavallo,
impossibile non pensare al Joker.

In Conclusione:

Certamente ho una predilezione per produzioni come queste, dove il cervello e l'arte si sostituiscono egregiamente a budget milionari e danno vita a prodotti che non temono il confronto con i loro avversari di botteghino più ricchi, ma credo che questo film sia oggettivamente un bel film, da vedere anche se non vi appassiona il genere, perché a parte la questione dei super eroi, ha tanto da dare anche su altri versanti, a differenza di molti superhero movies.
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Voto WhatsGeek Movies: 8/10