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domenica 30 novembre 2014

Un'ode a Sleeping Dogs!


Questa volta non ce l'ho fatta: di solito non tratto giochi troppo recenti, nondimeno li gioco, ma questo Sleeping Dogs, dopo il finale, mi ha lasciato un retrogusto talmente buono che sento il bisogno di cantarlo ai quattro venti.
Nella mia esperienza di gamer non di primo pelo, diciamo, mi sono sparato tutti i Grand Thief Auto: dalla prima ignobile e divertentissima versione del 1997, all'ultimo capolavoro della Rockstar del 2014, Grand Thief Auto V.
Tralasciando qualsiasi confronto con GTA V, tantomeno con GTA "nextgen", per quanto ci siano degli evidenti limiti tecnici in Sleeping Dogs, i pregi superano di gran lunga i difetti e, alla fine, quello che conta in un videogame è divertirsi e vivere una bella esperienza di gioco, il resto è argomento di discussione per feticisti della texture.


Un bel calcio girato e via... due piccioni con una fava!

Il gioco, sviluppato da United Front e pubblicato da Square Enix nel 2012, fin da subito stupisce per la maturità della trama, Wei Shen è un poliziotto infiltrato nella Sun On Yee, una Triade che ha base ad Hong Kong, riferimento alla Sun Yee On, realmente esistente.
La storia ed i personaggi sono molto ben caratterizzati e si percepisce marcatamente la sofferta psicologia di Wei nel ricoprire il doppio ruolo di criminale e poliziotto, con affetti ed amicizie che via via si creano all'interno della famiglia mafiosa ed il ruolo di tutore della legge che comunque deve ricoprire.


Industria sfrenata ed antiche tradizioni
come il Tai Chi Chuan.
La vita ad Hong Kong è ricca di contraddizioni.
Se qualcuno ha visto The Departed, film di Martin Scorsese del 2006, capirà cosa voglio dire: Leonardo Di Caprio nella sua bellissima interpretazione dell'agente infiltrato Billy Costigan, subisce pressioni psicologiche enormi, tra il costante rischio di farsi scoprire e le azioni che deve compiere per dimostrare la sua fedeltà alla banda criminale.
Wei si trova nella stessa situazione. Bellissimo uno dei tanti incontri in segreto con il supervisore della polizia, in cui gli viene contestata la partecipazione ad una rappresaglia contro la Triade avversaria dei 18K da parte del suo gruppo criminale, accusandolo di aver partecipato ad un massacro e minacciando la chiusura dell'operazione di infiltrazione. La risposta di un Wei esasperato è degna del miglior cinema e sono scene come queste che fanno di Sleeping Dogs qualcosa di più di un semplice videogioco.


I riferimenti a Bruce Lee sono molteplici nel gioco. Aumentando la reputazione
potrete sbloccare questa gialla tutona vintage presente nel mitico film
di Bruce Lee: L'ultimo combattimento di Chen, del 1979.
Partecipare ad un fight club con questa è esaltazione pura!

Il secondo grande punto di forza di questo gioco è la cura con cui è stato ideato il sistema di combattimento che supera di gran lunga quello di qualsiasi GTA.
Le mosse a disposizione sono tantissime ed il sistema di difesa è l'ormai collaudato tasto da premere un po' prima dell'attacco dell'avversario, simile a quello dei vari Assassin's Creed o della serie di Batman Arkham, ma rispetto a questi ultimi il combattimento risulta più difficile per la maggior tipologia di attacchi che si possono subire, alcuni non contrastabili con la difesa standard.


Durante il rito di iniziazione alla Triade
l'animo di Wei è a dir poco combattuto.
Come se non bastasse quelli della United Front hanno aggiunto la possibilità di interagire con diversi oggetti dello scenario durante lo scontro, per cui è possibile scaraventare un povero disgraziato dentro un cassonetto dell'immondizia, oppure schiacciargli la testa a ripetizione usando la portiera di una macchina o infilargli la capoccia in mezzo alle pale roteanti di un condotto di areazione, o tramortirlo incastrandolo dentro una cabina telefonica e tante, ma tante, altre.  
Il risultato è altamente coreografico e solo dopo molto allenamento si potrà padroneggiare l'intera pletora di azioni disponibili creando delle vere e proprie scene da film.
Solo la fase di lotta corpo a corpo è un gioco a sè e infatti spesso vi ritroverete a passare un mare di tempo ai tornei di combattimento da strada organizzati da qualche dojo, vincendo i quali guadagnerete soldi e reputazione.
La reputazione è un altro punto sviluppato meglio in Sleeping Dogs rispetto ai suoi colleghi della Rockstar


Il combattimento tra galli è una delle
tantissime esperienze di gioco che si
possono fare in Sleeping Dogs
Questo parametro è stato suddiviso in tre parti: un livello di reputazione generale, la reputazione presso la Triade e quella di poliziotto. La prima viene incrementata con alcune missioni secondarie, vincendo gare con auto e moto, tornei di combattimento e altre azioni minori, la seconda compiendo le missioni criminali della propria fazione mafiosa e la terza chiaramente facendo il proprio dovere di agente di polizia, quindi compiendo le missioni da infiltrato, hackerando telecamere di sicurezza per registrare ed incastrare spacciatori e tutta una serie di missioni minori legate alla giustizia. La reputazione sblocca diverse abilità e possibilità legate all'argomento di riferimento. Ad esempio: quella generale permette di indossare abiti particolari che a loro volta danno dei bonus in alcune caratteristiche, oppure un nuovo contatto nel cellulare che vi metterà a disposizione un autista pronto a portarvi un veicolo ovunque ne abbiate bisogno, quella relativa alle triadi potenzierà le vostre caratteristiche fisiche e vi darà nuove mosse di combattimento da utilizzare, rendendolo ancora più acrobatico e spettacolare e quella da poliziotto vi metterà a conoscenza di abilità particolarmente utili come aprire auto senza far scattare l'allarme, procurarsi armi dai veicoli della polizia in sosta e via dicendo.


I combattimenti sono qualcosa di spettacolare. Garantito!

Prima abbiamo toccato un terzo elemento di superiorità di Sleeping Dogs rispetto ai suoi colleghi, ovvero il vestiario che ha una reale influenza nel gioco, non fittizia e meramente estetica come ci avevano abituati.
Ci sono vestiti che aumentano il danno nel corpo a corpo, altri che vi rendono più anonimi, ecc. Questo è un grande elemento di gameplay e vi invita ad andarvi a cambiare ogni volta che dovrete affrontare una particolare missione, cosa che in mancanza di questa caratteristica non vi sarebbe neppure venuta in mente e questo aumenta il realismo e la qualità dell'esperienza di gioco.


Durante lo scontro potrete interagire con diversi oggetti dello scenario
creando coreografiche scene da film come questa...
Infine gli immancabili collezionabili, che anche in questo caso hanno una marcia in più: il loro numero non è astronomico, come, ad esempio, nei vari Assassin's Creed (vogliamo ricordare le 100 piume da raccattare in giro per il gioco? Senza offesa, ma è roba da psicopatici) e la loro varietà e diversità dei bonus concessi è un plus non indifferente.
In particolare, le unidici statue di giada da recuperare per il vostro maestro di kung-fu sono particolarmente piacevoli da rintracciare. Ciascuna di esse attiva un dialogo tra Wei ed il suo maestro molto interessante che approfondisce la psicologia del personaggio e sblocca una nuova mossa di combattimento, arricchendo all'inverosimile le vostre lotte corpo a corpo. Poi ci sono le telecamere di sicurezza da hackerare, gli altari della salute e le missioni secondarie che aumentano la vostra reputazione.


Per il vostro Sifu dovrete recuperare undici delle dodici statue di giada.
Ci sono anche missioni non indicate sulla mappa che vengono scoperte per caso. Un bellissimo esempio provato personalmente: al termine di una missione principale, dopo un inseguimento, con un auto fumante accosto dietro un'altra macchina in un'isola di sosta dell'autostrada. La missione termina, ma da dentro il veicolo dietro al quale ho accostato sento una voce di donna che proviene dal bagagliaio. Lo apro e ne esce una tizia vestita in abiti succinti. Inizia una simpatica scenetta in cui Wei chiede se la ragazza si sente bene mentre questa lo manda letteralmente a quel paese dicendogli di farsi i fatti suoi, perchè era in corso un gioco erotico con il marito, che doveva aprire il baule al posto del nostro poliziotto, ma che al momento si era fatto di nebbia.


Le gare nel gioco comprendono quasi tutte le
categorie di veicoli guidabili
e sono decisamente arcade e molto divertenti.
Ultimo accenno alla ricchissima gamma di esperienze di gioco presenti in questo prodotto: le gare di veicoli, i combattimenti tra galli ed i minigiochi.
Le gare sono classiche gare tra veicoli molto arcade, ma divertenti e con una difficoltà non indifferente in quelle più difficili, quindi gioco secondario si, ma se vorrete terminarle vi faranno sudare. Il combattimento tra galli è una semplice scommessa tra uno dei due galli, dopodiché ci si può gustare in santa pace il combattimento sperando che vinca quello su cui abbiamo scommesso.


Durante un combattimento in un fight club, Wei sta
per fracassare le tempie di questo bel figurino.
I minigiochi entrano in scena ogni volta che il nostro personaggio compie un'azione particolare: sabotare una telecamera di sicurezza, installare una cimice in un'auto o una cabina telefonica, scassinare una serratura, o semplicemente cantare al karaoke. Sono tutti diversi ed intelligenti e da come verrà svolto il minigioco avremo l'esito dell'azione. A volte Wei si trova nella condizione di scassinare una porta e piazzare una cimice prima che torni l'interessato e la questione tempo entra prepotentemente nei minigiochi costringendoci a sudare veramente per scassinare quella porta o piazzare quella cimice prima di farci sorprendere da qualcuno.


Il nostro Wei Shen in tutto il suo tatuato splendore!

Incredibile il fatto che dopo tutto questo papiro ho scalfito solo in parte tutta la ricchezza di questo prodotto, non parlando dei travestimenti, le interessantissime indagini secondarie che sono vere e proprie storie poliziesche a sé, come la caccia ad un dottore serial killer, con indagini progressive per incastrarlo, infiltrazioni nel mondo delle corse clandestine, eccetera, eccetera..., le missioni "rosa" relative alle storie di amore di Wei, con i vari appuntamenti un po' come accade in GTA, o il furto di veicoli in corsa, o le partite a  poker mahjong, o lo shopping di vestiti, auto, cibo e arredamento, i diversi usi del cellulare (contatti, foto, hackeraggio).


Come in GTA anche qui non mancano gli inseguimenti in mare.

Infine segnalo anche le musiche delle diverse radio del gioco, in particolare H-KLUB: veramente ben scelte e calzantissime con l'ambientazione.
Tutto questo attornia una storia bellissima con uno splendido finale. Una storia di compromessi e paure, di senso del dovere e dell'amicizia, di fedeltà e di grandi tradimenti.
Inoltre essere un poliziotto infiltrato è ben diverso che fare il criminale, come in GTA, quindi c'è anche un valore aggiunto rappresentato da una maggiore "morale".

In conclusione:

Se non lo avete ancora giocato, ve lo consiglio vivamente, sia che non siate ancora passati a next-gen, come il sottoscritto, sia che lo abbiate fatto con la sicuramente valida "Definitive Edition" del gioco.


Punti a favore:

  • Una trama meravigliosa, matura, piena di spunti di riflessione e dilemmi morali.
  • Un gameplay ricchissimo e sempre divertente.


Punti contro:

  • Graficamente ha poco da invidiare al collega GTA V, ma tecnicamente ci sono alcune falle piuttosto clamorose come l'animazione della corsa del personaggio, alcune collisioni tra i veicoli un po' fuori dalle leggi della fisica e la generazione dei nemici durante gli scontri a fuoco, che a volte appaiono dal nulla tipo fantasma.
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Voto "Game Playstation 3": 9/10

Voto "Game Assoluti": 8/10 

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Piattaforma: Playstation 3

mercoledì 26 novembre 2014

Adam Chaplin


Prendete un Italiano palestratissimo con un amore viscerale per un ormai vecchio manga e anime giapponese dal noto nome di Hokuto No Ken e immaginate che questo soggetto sia anche un regista e attore, con un fratello proprietario di una casa di produzione cinematografica agli esordi, la Necrostorm, e avrete il brodo primordiale da cui si è sviluppato Adam Chaplin, un film uscito nel 2010 e che molti superficialmente definiscono come uno dei tanti splatter, ma che a mio avviso racchiude dentro di sè un potenziale narrativo considerevole.   
Ma andiamo con ordine: Heaven Valley è una landa di criminalità ed abominio, con malavitosi dalle fattezze caricaturali che spadroneggiano un po' ovunque, mentre povertà e degrado ammorbano impietosamente l'intera cittadina.
Denny Richards è il mafiosetto locale, un cattivo da fumetto completamente sfigurato, con una simpatica maschera su cui è inciso un crocifisso capovolto, costretto a siringarsi periodicamente con una strana sostanza per restare in vita. Pare che la ragazza di Adam, il nostro palestrato protagonista, interpretato dall'attore regista Emanuele De Santi, debba dei soldi al soggettone di cui sopra e, non potendoli restituire in tempo utile, viene arsa viva.


Il bel Denny in tutto il suo rosso splendore!

A questo punto potete capire che Adam si incazza parecchio, ma nulla avrebbe potuto se non fosse stato per il provvidenziale intervento di un demone che, in cambio della sua anima, gli conferisce poteri soprannaturali, tra i quali quello della Pestata Suprema, ovvero la capacità di smazzuolare poveri cristi con una velocità e una cattiveria unica, proprio come nel famoso manga di Ken il Guerriero, letteralmente macellando a suon di pugni e calci chiunque gli si pari davanti.
Durante le sue indagini personali seguite da altrettanti massacri, Adam comincia a far allertare Denny ed i suoi due figli, che gli sguinzagliano contro Mike Carrera, un senzatetto ex militare con qualche scheletro nell'armadio dovuto a crimini di guerra, che padroneggia l'arte dell'affettare il nemico usando due coltellacci da macellaio.
A questo punto non svelo nient'altro della trama, se non che chiaramente si arriverà ad un confronto tra Adam ed il carnefice di sua moglie.


Dopo averlo menato all'inverosimile, giustamente,
un bel palo nel deretano è la ciliegina sulla torta.

All'inizio ho parlato di un grande potenziale narrativo per questo film, in parte purtroppo non sfruttato appieno a causa di diversi errori che ne hanno compromesso la riuscita.
Il grande pregio è certamente l'azzeccatissima ambientazione, sua propria peculiarità artistica e che vagamente ricorda quella di Sin City. I dialoghi sono in gran parte ben scritti, particolarmente tra Adam ed il demone, che mi hanno richiamato lo stesso surrealismo di quelli tra Donnie Darko ed il coniglio, o anche quelli presenti in Dellamorte Dellamore, con strane pause caratteristiche, aritmiche, che danno un senso di irreale a tutta la scena. 


Il rosso è un po' la dominante cromatica del film,
bisogna ammetterlo.
Strettamente legato ai dialoghi è il doppiaggio e qui tocchiamo un punto delicato della questione: per motivi di budget è stato fatto in casa. Molti considerano questo fatto uno dei principali errori dell'opera, a causa del quale tutta la distribuzione ha acquisito un retrogusto di amatorialità. Io ad essere sincero li trovo un po' in linea con l'ambientazione, ma mi rendo conto che in effetti chi li critica non ha tutti i torti, dico solo che forse non è l'errore principale.
Probabilmente il principale errore è la realizzazione tecnica degli effetti speciali, così copiosamente necessari a causa delle scene ultra-splatter, che purtroppo risentono dello scarso budget e si scontrano con la fotografia che invece è ben realizzata.
Emanuele De Santi, a questo punto uomo di un eclettismo unico, ha scritto anche la colonna sonora, che meriterebbe un commento a parte tanto calza a pennello al quadro generale, contribuendo ad alimentare quell'atmosfera surreale e folle che permea tutta l'opera. 
Mike Carrera, come molti dei personaggi,
ha un aspetto caricaturale.
La storia narra che De Santi, appreso che il film aveva avuto molto più successo all'estero che in Italia, aveva evitato di produrre i sottotitoli in italiano per il suo film successivo, Taeter City, del 2012, in lingua inglese. La decisione fu poi modificata dopo aver visto un discreto successo dello stesso film anche in Italia.
Chiudo con un dialogo escatologico tra Adam e il suo demonio:
Adam: Perchè ti nascondi dietro di me?
Demone: Oh Adam, guarda questa gente, guarda i loro occhi annebbiati della loro coscienza! Anche se avvertono il mio esistere nessuno di loro ammetterebbe mai di avermi visto. Io ti aiuterò a trovare gli assassini di tua moglie e in attesa del regno della verità, tu porterai la mia parola.

In Conclusione:
In definitiva, a chi sa vedere, il film piace. La trama è semplice, ma il contorno è unico nel suo genere e se non avete affittato il cervello a Maria De Filippi, dovreste notarlo, con tutti i palesi limiti presenti, naturalmente.

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Voto WhatsGeek Movies: 6/10

venerdì 21 novembre 2014

Another World, un gioco di un altro mondo


Quando Delphine Software chiuse, nel 2004, portai il lutto per una settimana.
Era nata sul finale degli anni Ottanta e si era messa subito a cavalcare l'onda dei computer a 16/32 bit, che nascevano in quel periodo: e lo fece con grande stile.
Vogliamo ricordare un po' di titoli? "Future Wars", una delle più belle avventure punta e clicca mai scritte, anche se il gameplay soffriva dell'eccessiva difficoltà e degli odiatissimi vicoli ciechi che furono banditi dalle successive generazioni di questa categoria di videogames. "Operation Stealth", altra bellissima avventura grafica che ricordo giocai avidamente e finii in un soffio, con un James Bond caricaturale e un gameplay quasi perfetto, grandemente sottovalutata dalle recensioni dell'epoca.
Il gioco di punta però rimane "Another World", ideato da Éric Chahi e pubblicato nel 1991 per Amiga 500, piattaforma su cui era stato anche scritto e Atari ST, a cui seguirono, visto il successo, le versioni per MS-DOS, Mega Drive, SNES e molte altre.
Lester Knight Chaykin è un fisico, ma di quelli fighi, che arriva al laboratorio in Ferrari e pure sgommando.
Con una specie di dna-scan e una password di accesso apre la porta che lo porterà al suo laboratorio dove, chiaramente, si sta occupando di roba segretissima e complicatissima.
Il nostro Lester arriva in laboratorio col
macchinone! Sicuramente non era
un ricercatore italiano.
Quasi da manuale il prosieguo della trama: durante il countdown dell'esperimento principe, mentre il nostro eroe si apre una lattina di Red Bull, un fulmine colpisce in pieno tutto il marchingegno mandandolo in corto e creando una scarica che investe Lester, catapultandolo in un altro mondo. 
L'arrivo nella nuova realtà non è certo dei più sereni. Lester finisce in un lago e neanche il tempo di ripigliarsi che un mostro tentacolare lo attacca, sfuggito dal quale si trova ad affrontare dei grossi vermi dotati di pungiglione velenoso e un incrocio tra una tigre dai denti a sciabola, un cinghiale e Giampiero Galeazzi.
Scampato da tutte le sfighe di benvenuto, finirà dritto nelle mani dei padroni di questa realtà: una razza umanoide dotata di intelletto, ma senza esagerare, che ad un suo gesto di saluto risponderà al nostro Lester con una bella bastonata nelle gengive, facendolo svenire, per poi rinchiuderlo in un gabbione insieme ad altri schiavi della razza locale. Il giocatore, che aveva preso in mano le redini già quando stavamo nel lago con il polipone, dovrà guidare Lester tra mille peripezie nel tentativo di aprirsi una via di fuga dalla prigionia.

Lester in gabbia insieme ad un coinquilino alieno.

A fargli compagnia ci sarà un coprotagonista alieno che, rinchiuso in gabbia assieme a lui, si ritrova libero sulla scia della fuga del nostro scienziato.
La grandezza del gioco era dovuta dall'estrema semplicità dei comandi, ed anche dall'immediatezza della narrazione, che, senza utilizzare dialoghi, nè parlati, nè scritti, riusciva a coinvolgere il giocatore in continui colpi di scena e cambi di situazione. Inoltre a dispetto dei semplici comandi, gli enigmi da risolvere erano spesso geniali e al contempo accessibili, senza mai diventare troppo difficili.

Lester cerca di capire come far fuori i vermoni uncinati,
nel mentre un simpatico gattone lo osserva in lontananza.

Un altro punto di forza erano i movimenti del personaggio principale molto fluidi e realistici, creati con una tecnica chiamata rotoscoping e molto simili allo stupefacente capostipite di questo tipo di animazioni, Prince of Persia, della Brøderbund, anno 1989.
Il godimento finale perveniva dall'uso dell'arma ad energia che Lester rubava ad un alieno durante la sua fuga. 
Inizialmente il personaggio poteva camminare, correre, saltare e tirare calcetti negli stinchi. Non si spiega perché non avessero implementato mosse offensive corpo a corpo ad altezza uomo e non nano da circo ed infatti questi calcetti venivano usati nel gioco solo per far fuori i grossi vermi uncinati.

Gli enigmi erano un perfetto mix di uso intelligente dell'arma,
usata anche per interagire con l'ambiente, e labirintici livelli.

Raccolta la pistola ad energia, Lester poteva sparare, con la semplice pressione del pulsante del joystick, oppure, mantenendo la pressione un po' più a lungo, creare barriere di energia che fungevano da ripari durante gli scontri a fuoco ed infine, con una pressione ancora più prolungata, sparare super blobboni di energia capaci di spazzare via porte, barriere di energia nemiche e polverizzare letteralmente gli avversari.

L'alieno a destra è ad un fotogramma da una brutta fine...

Come tutti i videogames di grande qualità, anche Another World si finisce d'un fiato come si farebbe con un buon libro e lascia un ricordo indelebile. Il finale, di cui non anticipo niente, è molto cinematografico, a dispetto della grafica un po' scarsetta dell'epoca e l'arrivo dei titoli di coda lascia spazio a belle riflessioni su tutta la storia vissuta.
Una menzione tutta particolare va alla colonna sonora, che, sebbene nella versione originale fosse relegata solo ad inizio e fine gioco, contribuisce tantissimo a ricreare l'effetto filmone, galvanizzando il giocatore per quello che dove venire e ad oggi è un riff musicale che ancora ha una sua presa su chi ascolta.

Ecco un tipico scontro a fuoco con le rispettive barriere di
energia create da queste speciali pistole.

Tralasciando "Heart of the Alien", una sorta di seguito ufficiale del gioco disponibile solo per Sega Mega CD il cui protagonista è l'alieno coprotagonista di "Another World", altri videogames considerati il seguito di questo capolavoro furono "Flash Back" e "Fade to Black", ma solo perché vennero pubblicati da Delphine Software negli anni successivi ad Another World e in parte ne riprendevano il gameplay, perchè la storia era a sé e nulla aveva a che vedere con il nostro Lester. 
Ricordo perfettamente che i rumors dell'uscita di Flash Back lo descrivevano come il seguito, scatenando i deliri di chi questo gioco lo aveva amato davvero. Alla fine anche Flash Back risultò un bel prodotto molto godibile, ma aveva perso qualcosa rispetto al pathos del suo predecessore. 

In conclusione:

Un vero classico. Se non lo avete mai provato e volete giocare un po' di vintage correte ad avviare l'emulatore, o chiedete un Amiga 500 a vostro zio, o se proprio non ce la fate sparatevi una delle recenti conversioni per iOS, Android, Playstation 3, 4 e Vita, Xbox One, Nintendo Wii U, Nintendo 3DS...
Parliamo di qualcosa che sta nell'Olimpo dei migliori giochi mai scritti.


Punti a favore:

  • Giocabilità altissima, immediatezza dei controlli nonostante una buona complessità.
  • Una bellissima storia, narrata splendidamente senza l'uso di dialoghi.

Punti contro:

  • Il gioco è molto breve e lascia un lieve senso di incompiutezza. Per questo tutti aspettavano un vero seguito, che in realtà non è mai arrivato.
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Voto "Game Amiga 500": 9/10

Voto "Game Assoluti": 8/10 

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Piattaforma: Commodore Amiga 500

venerdì 14 novembre 2014

Who watches the Watchmen?


"Il mio nome è Ozymandias, re di tutti i re, ammirate, voi Potenti, la mia opera e disperate!" 
Ho iniziato quest'articolo con il noto sonetto di Shelley, perchè decidere di parlare di un'opera come Watchmen causa inevitabilmente una versione potenziata del blocco dello scrittore, con conseguente paralisi dei processi cerebrali e motori, per cui meglio far cominciare qualcun altro utilizzando una bella citazione.


Adrian Veidt, alias, Ozymandias.

Esaminare approfonditamente in una sede come questa quello che, per ignoranza, viene visto come un semplice fumetto, è pura utopia. Come lo stesso Alan Moore, co-creatore di Watchmen insieme a Dave Gibbons, afferma, per dipanare i molteplici nodi gordiani di questo romanzo grafico, unico della categoria ad aver vinto un premio Hugo e ad essere inserito nella lista di TIME Magazine dei "100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 ad oggi", bisognerebbe impegnare uno studioso universitario per anni.
Ed è la pura verità, ve lo assicuro. Chiunque si immerga nella lettura di Watchmen, anche volendo mantenere un approccio il più superficiale possibile, non può non notare, nello scorrere delle immagini, alcune "tane del bianconiglio" che danno accesso agli strati più densi dell'opera e lasciano presagire una profondità di analisi di cui non si vede la fine.


Gli Watchmen nella bellissima versione cinematografica.

Lo stesso concetto di "nodo gordiano" è citato spesso nel fumetto, come a voler lanciare un segnale al lettore: ne fa menzione più volte uno dei protagonisti, Ozymandias, appunto, paragonandosi ad Alessandro Magno, mentre nella storia le serrature, di marca Gordian Knot Lock vengono sempre rotte e mai aperte.
Come ogni buon romanzo che si rispetti, anche l'incipit di Watchmen rapisce subito il lettore e lo trascina all'interno di una storia che in realtà è già a ridosso del suo epilogo e solo attraverso l'uso di sapienti flashback ed altri espedienti si verrà a conoscenza di tutti gli eventi che sono preceduti.


Il Dottor Manhattan.
Watchmen è un'ucronia molto ben scritta, in cui viene mostrato un mondo quale noi lo conosciamo, ma con la differenza che in quella realtà sono presenti persone comuni, prive di qualsiasi superpotere, che decidono di fare il mestiere di giustizieri mascherati.
Questa sostanziale differenza con il nostro mondo ha causato alcune modifiche della linea del tempo storica, come, ad esempio, la vittoria degli Stati Uniti d'America nella guerra in Vietnam, complice l'aiuto ricevuto da due di questi particolari personaggi, il Comico ed il Dottor Manhattan.
Quest'ultimo è l'unico personaggio al mondo ad avere veri superpoteri, causati da un fallito esperimento di laboratorio. Jonathan "Jon" Osterman, nato nel 1929, diventa il Dottor Manhattan nel 1959, acquisendo una figura umana dalla pelle blu, senza peli e dagli occhi senza iride e pupilla e la straordinaria capacità di modificare a piacimento la struttura della materia, tanto da essere paragonato ad un dio.
Siamo nel 1985 e gli Watchmen, l'ultimo gruppo di giustizieri mascherati, sono ormai dispersi a causa del Decreto Keene del 1977, che ha dichiarato fuori legge tutti i supereroi in maschera.


Uno dei personaggi meglio riusciti, Rorschach.

Rorschach, uno del gruppo, non è d'accordo e continua ad operare illegalmente da anni, cercando di fare giustizia. La sua è una psicologia meravigliosamente definita: ha un senso della giustizia crudo, intransigente, con momenti di estremismo tali da farlo apparire un vero nazista, ma e' stupendo, forse uno dei personaggi meglio riusciti.
La sua maschera, creata dal Dott. Manhattan, è bianca con macchie nere, simili al famoso test psicologico da cui prende il nome, che variano sulla base del suo stato d'animo. Sporco e maleodorante, si aggira per le strade di New York indagando sulla misteriosa morte di Edward Blake, l'ex giustiziere chiamato il Comico.


Rorschach indaga sulla morte di Blake.
La storia è intricata e piuttosto lunga raccolta in una miniserie di dodici albi e, come dicevo, impossibile da illustrare in un breve articolo come questo, ma basti sapere che qui non parliamo del classico fumetto con i supereroi, anzi, gli Watchmen sono quasi tutti anti-eroi, pieni di problemi psicologici, di ideali estremizzati e debolezze umane.
Adrian Veidt, che è ritenuto l'uomo più intelligente del mondo, noto come Ozymandias tra gli Watchmen, esce allo scoperto rivelando la sua identità dopo il Decreto Keene e ricostruisce una fortuna da zero come imprenditore di successo.
Edward Blake, il Comico, anche lui con una personalità estrema, simile a Rorschach, ma con una cinica ironia che le fa da contorno. Continua a lavorare segretamente per il governo degli Stati Uniti per un certo periodo dopo l'abolizione degli uomini in maschera e viene infine ucciso.
E' presente anche una storia nella storia, il meta-fumetto de "I racconti del Vascello Nero", che viene letto da un ragazzo di colore stazionato vicino ad un'edicola e che nel mentre da vita a complesse conversazioni con l'edicolante sulle notizie dei giornali, fungendo da commentatore ai principali accadimenti del racconto.


Il Comico nella versione cinematografica di Watchmen. 

Il fumetto letto dal ragazzo di colore è, a sua volta, ricco di pathos e simboli da approfondire e fa da contorno ai temi principali di tutta l'opera.
I flashback, infine, colmano le lacune conoscitive dell'intera storia riportando il lettore fino alla precedente generazione di giustizieri mascherati, i Minutemen, che chiaramente si intrecciano con le vite delle nuove leve nelle maniere più intricate ed avvincenti.
Nel 2009 è uscito anche un bellissimo film, intitolato Watchmen, diretto da Zack Snyder e decisamente sottovalutato dal pubblico, ma non dalla critica.


I giustizieri mascherati della generazione precedente: i Minutemen.
Le loro storie si apprenderanno attraverso sapienti flashback ed altri espedienti.
In prima fila vediamo Blake, il Comico, l'unico ad essere appartenuto ad entrambi i gruppi.
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Il film ricalca abbastanza fedelmente il fumetto, ma ha senso vederlo assolutamente dopo aver letto l'originale, perché la trama, per questione di tempi naturalmente, è stata molto più compressa nella versione cinematografica e solo con una conoscenza di base è possibile gustarselo bene.


La spilla del Comico macchiata di sangue dopo il suo assassinio.
E' diventata l'icona di tutto il romanzo grafico.

Concludo l'articolo con un bellissimo botta e risposta tra il Comico ed il secondo Gufo Notturno (Dan Dreiberg, il primo invece, Hollis Mason, era nei Minutemen) mentre stanno sedando una sommossa popolare.

Il Comico: Tocca a noi proteggere la società; e lo faremo finché necessario.
Dan Dreiberg: Proteggere? Da chi li stiamo proteggendo?
Il Comico: Da sè stessi. Che ti prende? Ti senti a tuo agio solo contro degli idioti vestiti da pagliacci?
Dan Dreiberg: Cos'è successo all'America? Che ne è stato del Sogno Americano?
Il Comico: Il Sogno Americano? Ahahah... Si è avverato! Lo stai guardando! E ora facciamo vedere a questi buffoni che facciamo sul serio.

In conclusione:
Sono solo dodici albi e si leggono in un soffio, per cui la fatica è minima, mentre il piacere della lettura vi ripagherà di gran lunga. Consigliatissimo.

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Voto WhatsGeek Comics: 9/10

sabato 8 novembre 2014

Sharknado, dove osano i golosi


Mi rendo conto che sto prendendo un'infilata di recensioni trash molto pericolosa, ma vorrei spezzare una lancia a favore di questa categoria onnicomprensiva, che accoglie al suo interno tutti i prodotti peggio riusciti in qualsiasi campo della produzione artistica con l'ilare aggravante che spesso l'autore degli stessi 'ci crede'; crede cioè fermamente e con tutto sé stesso che la sua opera sia qualcosa di sommo ed incompreso ai più.
Ed Wood è l'icona del regista trash, mentre gli anni ottanta sono una fucina di trash inesauribile, ma il gioiello di oggi viene dal ventunesimo secolo, signori, e non ha niente da temere dai suoi avversari più attempati.
La prima domanda che scatena quest'opera è: ma chi è quel pazzo scatenato che infila un immenso branco di squali in un tornado e ne tira fuori un film
E la seconda domanda è: ma chi è quell'altro pazzo scatenato che, ascoltato il pazzo scatenato di cui sopra, lo finanzia?
Il regista Antony Ferrante ci risponde con una frase che se fossi in lui userei come epitaffio sulla mia lapide: "Gli squali funzionano e anche i disastri funzionano. Mettili insieme e ne tirerai fuori qualcosa".


"Gli squali funzionano e i disastri pure"! Il ragionamento di Ferrante è ineccepibile!

Con queste basi granitiche quest'opera summa della cinematografia americana ha avuto inizio e per mantenere gli standard qualitativi di tale modus operandi non potevano non andare a pescare una meteora in declino tra i protagonisti del film, tale Ian Ziering, il ben invecchiato coprotagonista del serial Beverly Hills 90210, che dal 1990 al 2000 ha spopolato tra gli adolescenti di mezzo mondo.


Un poveruomo viene schiacciato da una ruota panoramica! LOL!

La trama potrei quasi non introdurla nemmeno e il nonsenso che permea tutta la produzione rimarrebbe immutato, ma giusto per darvi un contentino vi dirò che per una inspiegata causa o congiunzione astrale una serie di tornado incazzatissimi prende piede nella costa ovest degli Stati Uniti, nella zona di Los Angeles, e caso vuole che questa gigantesca tempesta raccolga dal mare immensi branchi di squali, che nel film hanno cambiato la loro abitudine di predatori schivi e solitari per acquisire una struttura sociale da formicaio.



Tutta la progenie della razza degli squali si è data appuntamento
 a Los Angeles per l'happy hour!

A mo' di taxy, i tornado trasportano 'ste povere bestie nell'entroterra, dove, complice una gigantesca alluvione, se ne vanno a zonzo in luoghi dove solitamente sarebbe loro interdetto, tipo strade, autostrade e salotti di baite in montagna (LOL).
A questo punto entra in scena Ian Zering, lo stagionato belloccio nei panni del campione di Surf, Fin Shepard, che, insieme ad alcuni amici e alla bellona di turno, partirà alla volta della casa della sua ex moglie per salvare lei ed i due figli dalla calamità in corso. Chiaramente gli amici servono come carne da macello per le scene squisitamente splatter del film e la bellona per mostrare qualche stacco di coscia, peraltro deturpata da una ferita storica causata da uno squalo. Il racconto strappalacrime di come si è fatta questa ferita concilierà il vostro sonno meglio di un Valium.




La mitologica scena super trash dello squalo nel film Batman del 1966, con Adam West.
Se non lo avete visto e volete davvero farvi quattro risate, guardatelo assolutamente!

Con un cast d'eccezione e una trama capace di far impallidire anche David Lynch, cosa manca all'appello per completare l'opera? Il montaggio e gli effetti speciali, ovviamente.
Inutile dire che siamo ai livelli di Plan 9 from Outer Space trasportati nei tempi moderni, con mix di scene del film intervallate a riprese di documentari e veri disastri naturali, concatenati malissimo tra loro e quindi sgamabilissimi, un uso spropositato di sfondi ricostruiti al computer in malo modo con l'effetto che spesso i protagonisti sembrano incollati sullo scenario e la cattiva recitazione aumenta questo effetto di finzione mal riuscita.


Ian Zering ruba il trofeo di "Scena più trash con squalo" ad Adam West!

Prima di concludere non posso non donarvi una brevissima carrellata delle scene più trash.
Durante un salvataggio di una scolaresca, il nostro Fin sarà inseguito da uno squalo nel bel mezzo di una risalita con la fune per raggiungere la sommità di un ponte.


Sega in due il pescione al volo con la sega elettrica.
Fatality!
La bruttezza delle animazioni e la stupidità della scena sono paragonabili a quella dello squalo nel film Batman del 1966, in cui uno squalo visibilmente di plastica afferrava la gamba del nostro eroe e restava ad essa saldamente attaccato mentre questo si trovava su una scaletta che usciva da un elicottero in volo!


Buongiorno! Mi scusi?! Lo squalo è di serie?

Un'altro mitologico spezzone di questo nuovo mostro cinematografico è il taglio netto, per il lungo, con una sega elettrica di uno squalo in volo da parte del nostro Fin! Chapeau!


Questa scena vale tutto il film!
E che dire di uno squalo che dal tornado atterra sul tettuccio di un geeppone e forandolo attacca gli occupanti per poi beccarsi una fucilata nelle fauci? Infine l'entrata trionfale di Fin, novello Pinocchio, dentro la pancia di uno dei pescioni uscendone con la sega elettrica e recuperando, per caso (!) (LOL), la tizia precedentemente mangiata e ancora viva!
Fantasharkscienza, signori, non c'è che dire...


Un po' di splatter gratuito con uno squalo nel parcheggio.
Si, avete letto bene... nel parcheggio.

In Conclusione:
Se amate il trash, perderlo sarebbe un delitto, se non lo amate, guardarlo sarà un delitto.

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Voto WhatsGeek Movies: 4/10
Voto WhatsGeek Trash Movies: 8/10