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giovedì 4 dicembre 2014

Transcendence, quando la fantascienza diventa una puttanata.


Ok, ve lo dico subito: questo Transcendence è una marchetta, sia chiaro. Dicasi marchetta. La marchetta è un termine solitamente associato alle donne di malaffare, ma in senso lato possiamo accomunarlo a certe prestazioni artistiche di bassa lega, eseguite da chi solitamente partecipava a produzioni più rinomate, ma si sa, quando la pecunia diminuisce, bisogna correre ai ripari e non si guarda in faccia a nessuno. Questo è quello che sembra essere successo a Johnny Deep, protagonista di Transcendence, film uscito quest'anno e fresco di botteghino.
Eppure qualcosa non torna: il budget era di cento milioni di dollari, il regista, Wally Pfister, è stato il direttore della fotografia di tutti i più grandi successi di Christopher Nolan, da Memento ad Inception, passando per i diversi Batman. Il cast, a guardar bene, non è mica composto da mammolette, anzi, ci sono dei pezzi da novanta del cinema statunitense: Morgan Freeman, Paul Bettany, Cillian Murphy, Rebecca Hall, Kate Mara.
Ma allora cosa diavolo è successo? Provo a telegrafarvi un accenno di trama, senza svelare nulla, naturalmente.


Nel film vedrete tante equazioni, fili e schede elettriche
messe apposta per darvi la sensazione che i protagonisti stiano
facendo qualcosa di intelligente, ma è pura illusione.

Will Caster è uno scienziato che si occupa di intelligenza artificiale che viene assassinato da un gruppo terroristico anti-tecnologia (?), timorosi che i suoi esperimenti sull'intelligenza artificiale possano creare un Dio al di fuori di ogni legge naturale. In fondo è un po' quello che scatenano con l'assassinio di Doktor Caster che, novello Frankenstein, dà vita ad un mostro copiando la sua mente dentro un immenso computer, grazie all'aiuto della sua compagna.
Già si sviluppa un primo fondamentale quesito filosofico: se anche copio ogni minimo dettaglio della mia mente, pensieri, sentimenti e tutto il resto in una macchina artificiale, rendendola, di fatto, immortale, quello che resta è comunque una copia di me stesso, o me stesso? Ed ancora, se anche una macchina potesse essere riempita con tutta la struttura e l'intima natura di un cervello umano sarebbe comunque cosciente? O sarebbe un semplice replicante del comportamento umano in ogni suo minimo dettaglio tanto da ingannare qualsiasi interlocutore? 


Quando arriverete a vedere questa scena di combattimento il film
avrà toccato il fondo, ma, tranquilli, da lì in avanti inizieranno a scavare.

Insomma, materiale per farsi qualche sega mentale ce n'era a secchiate e l'idea di fondo non è neanche male, ma il problema è che hanno preso la cosiddetta ruzzola e sono usciti un tantino dal seminato, ideando una serie di espedienti tecnologici al cui confronto Harry Potter pare un impiegato del catasto e con la pretesa di presentarli anche come plausibili.
Il mega-Caster-computer resta sempre avvolto da una morale sfumata, tra mostro e salvatore, per poi delinearsi in un finale che effettivamente trasmette un bel messaggio e lancia qualche spunto di riflessione, ma se avessero consultato qualche tecnico in più prima di scrivere la sceneggiatura la coerenza del film ne avrebbe giovato non poco.

In Conclusione:
Lo metterei quasi nella categoria del trash, se non fosse che alla fine non se lo merita, ma in senso negativo, per cui resta un mediocre film di fantascienza guardabile se proprio proprio non avete nient'altro da fare.

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Voto WhatsGeek Movies: 5/10